La manita rimediata a Terni, tanto ingiusta quanto pesante, meritava una pronta risposta. Così è stato. Contro l’altra corazzata della serie C gli etnei, osservati dagli spalti dai pochi ammessi tra cui Tacopina, hanno espresso la solita grinta e voglia di ben fare.
Malgrado le assenze tra i titolari delle due squadre, Marras, De Cesare, Antenucci, Citro, Rolando e Andreoni tra i pugliesi e Piccolo, Zanchi, ma anche Volpe benché in panchina e non al meglio Pinto presente comunque dal primo minuto tra i rossazzurri, si sapeva che sarebbe stata una gara sentita da entrambe le squadre che altri panorami e campionati meriterebbero per blasone e le tante battaglie combattute in svariati campionati di serie A.
Per il match di oggi mister Raffaele, con un occhio anche alla partita di mercoledì prossimo, ha schierato Confente ancora in porta, solita difesa a tre con Sales preferito a Tonucci, Giosa e Silvestri, Calapai e Pinto sulle fasce, Dall’Oglio, Maldonado e Welbek al centro mentre in attacco venivano posti Di Piazza e Russotto per un classico 3/5/2 in risposta al 4/2/3/1 di mister Carrera.
Dopo il fischio iniziale del Signor Miele arbitro dell’incontro odierno, si aveva idea dell’impostazione tattica di Carrera, alla seconda dopo il successo interno contro il Monopoli con il minimo scarto che non rinunciava alla impostazione tattica della sua squadra sempre tesa ad avere il pallino del gioco con Maita uomo faro ad illuminare D’Urzi e sfruttando la voglia di Cianci, arrivato nel mercato di riparazione, barese doc e uomo gol nell’ultima partita.
Il Catania rispondeva di nervi cercando di scavalcare il suo centrocampo appannato e privo di idee per servire Di Piazza sullo scatto al limite del fuorigioco ma i galletti capivano presto la strategia rossazzurra e spegnevano sul nascere le velleità del 33 etneo come anche quelle di Russotto che, ad onor del vero, poca assistenza ricevevano entrambi dalle fasce e dai centrali.
Al trentacinquesimo del primo tempo, dopo quattro tiri in porta a zero a favore dei pugliesi, Sarzi Puttini lanciava un pallone in area etnea e la sfera veniva deviata di testa in rete da Cianci non contrastato in maniera efficace da Giosa, apparso ancora non al top.
Dopo il gol, il Catania non riusciva a trovare la reazione ed il primo tempo si chiudeva senza altre emozioni,
La ripresa vedeva l’entrata in campo di Golfo al posto di Sales ed il Catania si metteva a quattro dietro con l’esterno che andava ad affiancare Di Piazza e Russotto, cominciando a carburare, cercando di trovare il gol del pareggio, ma il Bari riusciva a chiudere le effimere trame catanesi.
Dalla panchina Raffaele avvertiva le difficoltà dei suoi ed al cinquantaquattresimo sostituiva Maldonado, in evidente difficoltà’, con Sarao passando al 4/2/4 e la mossa appariva vincente perché, dopo soli dieci minuti dalla sostituzione, il 9 rossazzurro di testa spingeva il pallone in rete pareggiando i conti.
Il Bari da questo momento accusava il colpo anche a causa del rientro in panchina dell’autore del gol che si era dimostrato essere una spina sul fianco della difesa etnea e cominciava a perdere lucidità fisica e psichica ed il Catania diventava protagonista in campo.
Il momento era propizio per gettare nella mischia il furetto Manneh al settantaduesimo al posto di Russotto e di Rosaia all’ottantaseiesimo per Di Piazza, ma la porta di Frattali non correva rischi malgrado la forte pressione esercitata, dovuta anche al calo fisico barese che reggeva sino al novantesimo.
Anche nei sei minuti di recupero il Catania cercava la vittoria ed al primo minuto di recupero proprio Manneh apparso in forma ed in palla, conquistava una punizione nei pressi della bandierina del calcio d’angolo che Dall’Oglio batteva ma, nella mischia in area, l’arbitro notava che la maglia di Sarao si accartocciava per la vistosa trattenuta di Perrotta e decretava il penalty che Dall’Oglio si faceva ribattere dal portiere.
Il match si chiudeva in parità con il Catania che usciva a testa alta da questa sfida dopo aver regalato (e non e’ la prima volta) un intero tempo di gioco ai rivali.
Sono già tre i punti persi per rigori falliti nel finale delle partite, uno a Caserta e due oggi, troppo per non trovare un rimedio necessario per le sfide che verranno.
Sappiamo bene che in serie C contano gli episodi e quelli determinanti come un rigore a favore non possono essere falliti.
Il barrito rossazzurro poteva essere ancora più imperioso ma l’errore del dischetto lo ha ridimensionato.
Mercoledì si va a Pagani con l’obiettivo di non perdere più punti per strada: non ce lo possiamo permettere.
13 Commenti per “Barrito rossazzurro”
Spiacenti, i commenti sono chiusi.
Non ho visto la partita per impegni improrogabili, ma come descritta nel commento, era come se fossi stato presente. Che dire!!!!!! sempre i soliti errori nel primo tempo e nel secondo rimediano quelli persi nel primo. Rammarico per il rigore parato. Potevamo uscire con il massimo punteggio, ma anche qua abbiamo regalato punti.
Buona sera a tutti ❤️???? purtroppo non ho visto la partita, ho soltanto letto l’articolo di raggio libero e successivamente ho guardato le immagini del dopo partita, e francamente rimane l’amaro in bocca per aver vinto abbiamo perso due punti proprio nei minuti di recupero , mi viene da chiedere il perché non ci sono rigoristi all’altezza della situazione
Buonasera a tutti. Prima dell partita un pareggio non mi sarebbe dispiaciuto, alla fine del primo tempo ci speravo, al termine della partita mi sono mangiato le mani. Ma sto Raffaele li vuole un po’ esercitare a tirare i rigori? Riguardo Giosa e’ il caso che si fermi mercoledì perché già nel primo tempo stava facendo due frittate .
Vorrei inoltre capire perché si deve giocare dal secondo tempo. Errore nel modulo o mancanza di caffè nello spogliatoio ad inizio partita?
Il 2° posto e’ andato…il terzo quasi..si lotta per il 4°……….cataneseanapoli…il carburante quello e’….meglio tenerlo per la fine piuttosto che esaurirlo nel primo tempo….io la voglio vedere cosi’ 😉
Il prossimo rigore lo tira Tacopina
Bravo Raggio Libero.
Nel primo terno il Catania non era sceso in campo e nell’occasione del gol del Bari era Giosa a marcare chi ha segnato. Giosa che commette diversi errori. Forse un po’ di panchina non gli fa male.
Nel secondo tempo le cose sono cambiate e si è visto un gioco diverso. Peccato per il rigore sbagliato.
Wellbeck semplicemente mostruoso!
Fozza Catania!
E sempre la stessa cosa. Manca la qualità. Anche quando si tira un rigore al 95°! E quel numero 4 in difesa…………..una vera catastrofe.
Credo che il 5° posto e quello che compete a questa squadra.
Non abbiamo una squadra da primo o secondo posto e già questo si sapeva sin dall’inizio. Stesso gioco a e mentalità del Potenza dello scorso anno e come loro faremo il terno al lotto dei play off. Nonostante la buona volontà ed impegno da parte di tutti la carenza in mezzo al campo è evidente e Maldonado non ha ritmo e personalità per risolvere questo grave problema, quindi siamo una squadra che può vincere o perdere con tutti. Dovremmo farcela ad arrivare al quarto o quinto posto ma nel frattempo come obiettivo primario dovrebbe essere arrivare ai play off con tutti i giocatori disponibili ed in buone condizioni fisiche.
Esclusiva- S. Sabatini: “Catania ha potenzialità da Serie A. La ‘fanbase’ attira Tacopina ma sul recruiting dei giocatori…”
Interviste 22 Febbraio 2021Marco Platania 0 19 #Cataniamood CalcioCatania Catania Sabatini Tacopina
Sandro Sabatini proviene da un altro pianeta: sette anni a Tuttosport, altrettanti spesi come capo ufficio stampa dell’Inter, ideatore e coordinatore di “Sport Time”, conduttore di “Caffè Mondiale” nel 2006 e poi ancora coordinatore e conduttore di “Sky Sport 24”, ideatore di “Stop&Gol” su Cielo, la direzione di Calciomercato.com e l’attuale esperienza a Mediaset come capo redattore.
Un’icona del calcio italiano, un factotum infallibile capace di svariare dai new media alla carta stampata, dalle eccellenze editoriali alla conduzione televisiva di programmi di successo.
È intervenuto in esclusiva ai microfoni di Catania Mood per parlare del momento storico del Catania, destinato a un futuro a stelle e strisce con l’imminente avvento di Joe Tacopina sulla poltrona di presidente.
Sandro, in questa fase delicata su scala globale ad ogni latitudine e in qualsiasi contesto anche il microcosmo calcio sta soffrendo per la mancanza di introiti diretti derivanti dagli incassi ai botteghini, quanto ritieni possa incidere in una categoria come la Serie C dove il giro d’affari non è di per sé stellare?
Incide tanto, è evidente. E’ sotto gli occhi di tutti. Ma quella della serie C non è una situazione molto diversa rispetto alle altre serie e agli altri paesi. La crisi è ovunque e il giro d’affari proporzionato alle varie realtà locali. Ma con una buona gestione dei conti, si riprenderanno prima le grandi città con grande bacino di pubblico.
Molti club in Italia sono gestiti da presidenti e società straniere, ultimamente c’è stato un forte interessamento di imprenditori statunitensi al calcio del Bel Paese: prima Pallotta alla Roma per ben 9 anni a cui è subentrato recentemente Dan Friedkin, ma anche Robert Platek allo Spezia, Kyke Krause al Parma, Rocco Commisso alla Fiorentina, l’americana Elliott Managment Corporation ha acquisito il 99,93% del pacchetto azionario del Milan e il Venezia che, dopo Joe Tacopina, è passato a un altro statunitense, Duncan Niederauer. Proprio Tacopina siederà sulla poltrona di presidente del Calcio Catania a termine di un’estenuante trattativa. Secondo lei, l’apporto degli imprenditori americani e, in particolare, italo-americani, sospinti da una passione per il calcio atavica, potrà aprire nuovi scenari sul piano del marketing e dell’analisi /ricerca di talenti low-cost attraverso sistemi computerizzati all’avanguardia come la società di dati “Stats Bomb”?
Andiamo in ordine. Gli americani che puntano sul calcio italiano sono una piacevole novità degli ultimi anni. Non lo fanno per passione, ma comunque sanno che la passione dei tifosi, la cosiddetta “fanbase” è fondamentale per avere successo, sia sportivo che economico. In questo senso, Tacopina ha già maturato esperienze importanti in varie piazze e le metterà a disposizione di Catania e del Catania. Riguardo alle statistiche e il “recruiting” di giocatori, il percorso italiano sarà molto meno lineare e semplice rispetto alla realtà americana. Per tanti motivi, compreso il fatto che le “stats” del calcio offrono interpretazioni soggettive, non oggettive come altri sport. Il recruiting di base è fondamentale per ogni azienda, compreso il calcio. Ma la differenza arriva dall’intuizione di presidente e dirigenti sulle migliori risorse umane, ovvero i calciatori. E lì le variabili saranno interpretate soggettivamente, in base a competenza e sensibilità personali.
Ritieni che l’attuale collocazione del club rossazzurro in Serie C rappresenti la dimensione più idonea per blasone e bacino d’utenza oppure la massima serie e un eventuale approdo in Europa, dopo otto stagioni consecutive a buon livello, possano essere sostenuti dalla sete di calcio e di rivalsa della piazza?
La serie A deve abitare a Catania e Palermo, se posso estendere la sensazione personale a tutta la Sicilia. Lo dice la storia del calcio, ma anche la proiezione futura. La riflessione semplice è quella che fanno tutti: se in serie A ci sono Spezia e Benevento, per esempio, perchè non c’è il Catania? In più, una sensazione dettata dai tempi e dalla fruizione del calcio su tutti i media: la Sicilia “merita” più calcio di serie A per saziare i siciliani che stanno a casa ma anche – soprattutto – quelli che stanno lontani. Abbiamo iniziato parlando del vecchio e classico botteghino, ma gli strumenti per avvicinare i tifosi alla propria squadra sono sempre meno analogici e più digitali. Ecco perchè Catania ha potenzialità da serie A, sparse in tutto il mondo.
ENGLISH VERSION
Sandro Sabatini comes from another planet: he worked for seven years for “Tuttosport”, he was the Inter press secretary, he was the creator of “Sport Time”, he was conductor of “Caffè Mondiale” in 2006 and then again coordinator and conductor of “Sky Sport 24”. He was the creator of “Stop&Gol”, director of “Calciomercato.com” and he is currently a Mediaset editor in chief.
Probably we can define him as an Icon of Italian football, able to diversify from new media to the press, from editorial excellence to the television conduction of successful programs.
He spoke exclusively to Catania Mood, to talk about the historic moment of Calcio Catania destined for an American future, with the imminent advent of Joe Tacopina as a president.
Sandro, in this difficult global moment, the world of football is suffering from the lack of direct revenues from box offices, how much do you think can affect a category like the Italian Serie C where the business is not stellar in itself?
It is quite clear; it has an evident impact. The situation of Italian serie C is not very different rather than other categories of foreign countries. Crisis is everywhere and business is directly proportional to the local realities. But with a great management, big cities with a big public pool will recover first.
Different Italian teams are managed by foreign societies or presidents; we can analyse an important interest by American businessman for the Italian football: for nine years Pallotta was the leader of AS Rome, nowadays this team is managed by Dan Friedkin. We can talk about Robert Platek, new president of Spezia Calcio, Kyke Krause president of Parma Calcio, Rocco Commisso to Fiorentina, the American society of Elliot Management Corporation that has bought the 99% of Milan’s stake, and at the end Venice FC who was managed by the American businessman Joe Tacopina and nowadays is managed by another American businessman: Duncan Niederauer. Joe Tacopina will be the president of Calcio Catania after an exhausting negotiation; according to you, the contribution of American entrepreneurs and in particular Italian Americans driven by a passion for atavistic football, will be able to open new scenarios in terms of marketing and in terms of analysis or research of low-cost talents through the use of computer systems such as the data company “Stats Bomb”?
Americans who rely on Italian football are a pleasant novelty of recent years. They do not do it for passion, but they know that the passion of the fans, the so-called fanbase, is fundamental to have an important success both sporting and economic. In this sense, Tacopina has already gained important experience in various teams and he will make this experience available to Catania and for Catania. Regarding the recruiting of low-cost talents, the Italian dimension will be less linear and simple than the American reality. For many reasons, including the fact that the “stats” of football offer subjective interpretations, so they are not objective interpretations as other sports. Basic recruiting is essential for every company, including football. But the difference comes from the intuition of president and executives on the best human resources, namely the players. And there, the variables will be interpreted subjectively, based on personal competence and sensitivity.
Do you think that the current position of Calcio Catania in Italian Serie C represents the most suitable dimension for blazon and catchment area, or the top series and a possible achievement of European tournaments, after eight consecutive seasons at good level, can be sustained by the thirst of football and revenge of the fans?
Serie A belongs to Catania and Palermo, if can I extend my personal feelings to the entire Sicily. History of football says that, but also the future. Everyone realize the same simple reflection: if Spezia or Benevento are in the first Italian league, why Catania not? It is a feeling dictated by the times and by the fruition of football on all media: Sicily “deserves” Serie A in order to satisfy the passion of the entire island, for the fans who stay at home but also for those who are away. We talked about the old and classic box office, but the tools to bring fans closer to their football team are less and less analogue and always more digital. That’s why Catania has the potential of Serie A, that are spread all over the world.
Il problema del Catania vero è la mancanza di un centrocampista all’altezza della situazione. Ma non da questo campionato, ma da sette anni che militiamo in serie C. Ogni partita i difensori non passano mai la palla ai centrocampisti ma direttamente agli attaccanti, rendendo così di fatti le nostre punte, ieri i due centrali non hanno fatto toccare palla a Di Piazza che preferisce giocare con palla a terra, diversamente da Giosa che è un ottimo colpitore di testa! Non sono un allenatore, ma non sono così cieco da non vedere certe situazioni in campo.
Buona sera secondo come la penso io il Catania dovrebbe giocare più palla a Terra e basta con sti lanci lunghi e poi ci mettiamo qualche passaggio sbagliato potevamo discutere di un’altra partita ma un rigore sbagliato fa perdere dei punti preziosi un saluto alla redazione ciao raggiolibero 🙂
Non continuiamo a pensare a quale sarà la nostra posizione finale in classifica, faremo sicuramente i playoff e poi si vedrà. Importante è arrivarci con i giocatori nelle migliori condizioni fisiche e mentali. È fondamentale, soprattutto in quella fase, disporre di elementi capaci di battere i rigori (possibilmente) con la testa alta…….La cosa più importante che ora tutti ci auguriamo avvenga al più presto è la definizione del nuovo assetto societaro perché da questo dipende il futuro nostro Catania.
Che partita noiosa…che squallido pareggio